Campanella e l'esaltazione della scienza e della tecnica
Tommaso Campanella (nato a Stilo, in Calabria, nel 1568 e morto a Parigi nel 1639), fu frate domenicano che, accusato di eresia per l'adesione al naturalismo e al sensismo, fu processato dall'Inquisizione (organo istituito dalla Chiesa cattolica per indagare e punire coloro che erano sospettati di "contraddire" l'ortodossia) e trascorse in carcere molti anni.
L'aspetto su cui si centra di più è la rivalutazione culturale e pedagogica della natura, tipica dunque dell'età umanistica-rinascimentale.
Egli reinterpreta la fisica di Telesio alla luce di suggestioni tratte dalla magia e dalla metafisica, che lo portano a sostenere l'universale animazione di tutte le cose del mondo. Queste, al pari degli animali e degli uomini, sono dotate di sensibilità. L'esperienza sensibile è per il filosofo calabrese il fulcro dell'attività conoscitiva: a differenza della ragione, infatti, i sensi non hanno bisogno di prove e garantiscono una conoscenza certa.
Il fondamento ultimo di una natura intesa come totalità organica è Dio, che crea e governa il mondo attraverso i tre principi fondamentali dell'essere:
- la potenza, che rende ogni cosa necessariamente come dev'essere
- la sapienza, da cui deriva l'armonia che regge il mondo
- l'amore, che indirizza ogni cosa verso il suo fine supremo
Egli infine riserva una grande attenzione alla formazione dei ragazzi, sottolineando non solo la necessità di un'istruzione basata sull'osservazione diretta delle cose, ma anche il bisogno di sradicare dal mondo l'ignoranza, fonte di tutti i mali.
Nessun commento:
Posta un commento