domenica 15 ottobre 2023

Francesco Bacone



Un'importante figura nella "rivoluzione scientifica" fu l'inglese Francis Bacon (1561-1626), il cui nome viene italianizzato in Francesco Bacone. Egli tuttavia non diede alcun contributo specifico in termine di nuove scoperte o invenzioni, anzi sottovalutò l'importanza dell'astronomia copernicana e dell'applicazione della matematica alla scienza. Tuttavia, Bacone può essere considerato come interprete e cantore del valore e delle possibilità della scienza moderna.

Bacone ritiene che

  • lo scopo della scienza sia il dominio sulla natura, al fine di assicurare all'uomo il miglioramento delle condizioni di vita sulla base del principio secondo cui sapere è potere. E dominare la natura non significa farle violenza, ma obbedire alle sue leggi e rispettarne la sua intima essenza.
  • l'uomo debba liberare da
- principio di autorità e la superstizione, in quanto nella filosofia vige perlopiù il principio di autorità, per cui ci si sottomette ciecamente al magistero di una sola persona. In quest'ottica egli invita i suoi seguaci a rifiutare la "dittatura" di Aristotele. Il bersaglio polemico quindi sono i suoi imitatori, che si conformano ad un modello, impedendo alla conoscenza umana di evolversi. La verità infatti è "figlia del tempo" (filia temporis) e si rivela gradualmente all'uomo attraverso i vari contributi che si accumulano nella storia.
- i pregiudizi che ostacolano la conoscenza, in quanto i maghi e gli astrologi si servono di una lingua criptica ed enigmatica, incomprensibile alla gente comune. Al contrario, la scienza non ammette segreti e le sue conquiste devono essere chiare per tutti: la magia e la scienza non mirano a conseguire vantaggi per gli uomini, ma solo a suggestionare le persone e a sottometterle alla loro influenza.
  ↳ nel Novum Organum (nuova logica) si trova la dottrina degli idoli, ovvero i pregiudizi che ostacolano il raggiungimento della verità.
  1. idoli della tribù --> appartenenti a tutti gli uomini, ci portano a considerare le cose in base ai nostri schemi mentali o bisogni, dando importante a una piuttosto che a un'altra
  2. idoli della spelonca --> idee, convinzioni, abitudini mentali che derivano da ereditarietà, educazione, ambiente, esperienze e ci impediscono di raggiungere una conoscenza oggettiva
  3. idoli della piazza/mercato --> derivano dall'uso inappropriato delle parole
  4. idoli del teatro --> pregiudizi indotti dalle dottrine delle diverse scuole filosofiche, come i sistemi filosofici di Platone e di Aristotele
  • la scienza debba adottare un nuovo metodo induttivo, articolato in
  1. osservazione dei fenomeni
  2. raccolta dei fatti nelle tavole= tavola della presenza (tutti i casi-situazioni in cui il fenomeno di cui si ricerca la causa si verifica), tavola dell'assenza (tutti i casi-situazioni che non rivelano la presenza del fenomeno), tavola delle comparazioni (variazione di intensità con cui un fenomeno si verifica, passando da un caso all'altro). Grazie alle tavole, il ricercatore non procede casualmente, ma può osservare i fenomeni in modo ordinato e preciso.
  3. prima ipotesi o vindemiatio prima
  4. prove di verifica ed esperimento cruciale
  • occorra prendere a modello la società ideale della scienza e della tecnica descritta nella Nuova Atlantide, in cui tutti si dedicano allo studio guidati da scienziati che collaborano in vista del progresso

sabato 14 ottobre 2023

Galileo Galilei




La novità della posizione di Galileo 
A Galileo, nato a Pisa nel 1554, si deve la prima verifica di tipo empirico della teoria copernicana.
La teoria eliocentrica era stata divulgata come una prospettiva interessante per la spiegazione dei fenomeni, ma non come la risposta all'interrogativo sulla vera costituzione dell'universo: tollerata dalla Chiesa. Egli quindi sostiene che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica dell'universo
Nel 1609 Galileo punta il telescopio al cielo per osservare direttamente i fenomeni e provare che il Sole è al centro del nostro sistema planetario. Si tratta quindi di una svolta epocale nella storia della scienza, perché cancella secoli di convinzioni dei corpi celesti. L'importanza di Galileo consiste dunque nel fatto che ha contribuito più di ogni altro alla riformulazione delle basi metodologiche della scienza moderna e ridefinì i rapporti tra la scienza e la religione e la scienza e la filosofia

Gli studi e le scoperte astronomiche
Galileo compì la sua prima formazione a Firenze, ottenne la prima docenza universitaria a Pisa e poi passò a Padova nel 1592. Qui rimase fino al 1610, riscuotendo grande successo. 
Nel 1609, avuta notizia dell'invenzione del cannocchiale in Olanda, si diede a costruire uno proprio adattandolo all'osservazione dei corpi celesti (poi chiamato "telescopio").
Egli riuscì infatti ad individuare la presenza delle macchie solari e a stabilire che la Luna presentava catene montuose, valli e crateri del tutto simili a quelli della Terra; tali scoperte contribuirono a demolire l'impostazione della fisica aristotelica. Un'altra grande scoperta galileiana fu i quattro satelliti di Giove, chiamati "medicei", in onore del granduca de Medici.

La condanna e l'abiura
Il 12 novembre 1612 il padre domenicano Niccolò Lorino condannò l'eresia copernicana. Galileo per la prima volta si venne a trovare in serie difficoltà: non doveva soltanto difendere la libertà e l'autonomia della ricerca scientifica, ma anche se stesso. 
Galileo si vide costretto, dunque, ad approfondire l'analisi della Bibbia, per chiarire la natura dei rapporti fra la fede e la scienza e contestare le accuse di eresia da parte del magistero ecclesiastico. In una lettera del 1613 a un suo fedele seguace, padre Castelli, egli sostenne che la Bibbia ha uno scopo etico e religioso, poiché essa vuole insegnare agli uomini non "come è fatto il cielo", ma "come si vada in cielo". 
Tra verità religiosa e verità scientifica, egli afferma che sono su piani differenti. infatti Dio ha parlato agli uomini in due modi diversi, ma non contraddittori:
  1. attraverso le Sacre Scritture (verità rivelata)
  2. attraverso l'opera della creazione (verità naturale)
La competenza in ordine alla corretta interpretazione delle Sacre Scritture è della Chiesa, mentre l'interpretazione della struttura della natura è di pertinenza della scienza. Quindi tra scienza e fede non c'è una contraddizione, ma separazione di competenze.
Negli anni seguenti, grazie all'elevazione al pontificato del cardinale Maffeo Barberini (papa Urbano VIII), che lo stimava, Galileo poté godere di un periodo di pace e tranquillità, in cui scrisse la sua opera più matura e significativa, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano (1632), un testo in lingua volgare e in forma dialogica, pensato con la finalità di essere il più possibile diffuso e compreso da un vasto pubblico e con l'obbiettivo di far trionfare la verità della scienza copernicana. I protagonisti del dialogo sono tre: l'aristotelico Simplicio, sempliciotto e sprovveduto, lo scienziato Sagredo nel ruolo del moderatore imparziale, e il copernicano Salviati, dietro al quale si cela lo stesso autore.
L'opera, che in primo momento aveva avuto l'autorizzazione ecclesiastica, fu subito dopo censurata e il suo autore invitato a ritrattare. Galileo fu quindi costretto alla ritrattazione e obbligato a recitare la seguente formula:
" Abiuro, maledico, e detesto i suddetti errori ed eresie"
Condannato al carcere, ottenne di poter scontare la pena prima presso il vescovo di Siena e poi nella sua casa di Arcetri, vicino Firenze, e morì l'8 gennaio 1642.

La critica al "principio di autorità
Galileo inoltre critica il principio di autorità che determina un sapere astratto, in cui l'esperienza è negata, ed è caratterizzato dal finalismo, poiché considera le parti che compongono la natura fisica come orientale all'utilità dell'uomo, e dall'essenzialismo, perché ricerca l'essenza o l'intima natura dei fenomeni naturali.

Il metodo scientifico
Galileo elabora il metodo scientifico, articolato in
  1. sensate esperienze, cioè le esperienze compiute mediante i sensi, in modo particolare la vista, che offre le maggiori garanzie, poiché, come scrive nel Saggiatore, è il senso "sopra tutti gli altri" (momento osservativo-induttivo)
  2. necessarie dimostrazioni, cioè i ragionamenti condotti su base logico-matematica (momento ipotetico-deduttivo)
  3. cimento o verifica, ossia la prova dei ragionamenti scientifici attraverso esperimenti
Questo metodo è inoltre fondato su
  • la concezione matematica dell'universo e della natura, che giustifica e fonda la possibilità della conoscenza umana che, attraverso osservazioni e ipotesi, rispecchia la struttura della realtà fisica
  • la distinzione tra qualità oggettive (qualità primarie) e qualità soggettive (qualità secondarie). Le prime sono riconducibili ai rapporti matematici e sono misurabili in modo oggettivo (altezza, larghezza, profondità); le seconde esistono in relazione ai nostri sensi (sapori, odori, colori)

Giordano Bruno




La visione del cosmo
Una grande personalità filosofica nel periodo rinascimentale fu Giordano Bruno, artefice della moderna concezione dell'infinito. Egli si oppose alla tradizione aristotelica e affermò che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi. Egli pensa che l'universo abbia una causa e un principio primo infinito: la mente è al di sopra di tutto (mens super omnia) e si identifica con Dio stesso; da quest'ultimo deriva solo un effetto infinito, ossia un cosmo con le caratteristiche dell'infinità. Dio è anche la mens insita omnibus (la mente in tutte le cose), il principio razionale nel mondo e quindi "anima del cosmo", che contiene tutte le idee e che, dall'interno, plasma la materia specificandola negli infiniti esseri che la compongono. Forma e materia, idee e cose, risultano non sostanze separate, ma aspetti dell'unica sostanza universale e infinita rappresentata dalla natura divina.
Questa può essere considerata una visione panteista, in cui Dio coincide con la natura nella sua totalità e senza limite. Secondo Bruno, inoltre, la ragione umana non può cogliere Dio quale principio trascendente, cioè come mens super omnia.

La dissoluzione della cosmologia aristotelica
Secondo Bruno, lo spazio non è solo infinito, coincidendo con l'infinità creatività della natura divina, ma contiene infiniti mondi. In tale universo, "tutto è centro e periferia al tempo stesso" e ogni stella può essere un sole al centro di altri universi. L'essere è infinito e non può essere delimitato da nulla.
Una conseguenza significativa di questa concezione dell'universo è che la Terra e l'uomo sembrano non occupare più quel posto privilegiato che la tradizione aveva assegnato a loro. Sono quindi tesi molto rivoluzionarie a quell'epoca, in quanto mettono in repentaglio l'intera visione della Chiesa e di Aristotele.

L'esaltazione della tecnica e dello spirito d'iniziativa dell'uomo
L'uomo, secondo Bruno, è un essere naturale e divino, in quanto partecipe del processo creativo di Dio e lo esalta nell'opera "Lo spaccio della bestia trionfante", in cui afferma che l'uomo abbia assunto le capacità di contemplare e trasformare il mondo dagli dei. La differenza quindi tra uomo e altri esseri animali, è che l'uomo possiede l'intelletto e le mani, con cui può manipolare e trasformare la materia. Con Bruno quindi, la dignità dell'uomo non è affidata soltanto alla forza dell'intelligenza, ma anche al lavoro manuale, che costituisce la causa ultima grazie alla quale l'uomo si è allontanato dalla condizione bestiale per avvicinarsi a quella divina.

Il desiderio di conoscenza e l'unione con la natura
L'esaltazione dell'uomo come parte e manifestazione dell'unica sostanza naturale e divina, viene espressa nella sua opera "Degli eroici furori" (1585). In essa, il filosofo, immagina che l'uomo, insoddisfatto dell'amore carnale, si innalzi all'amore totale della natura. L'uomo innamorato è paragonato da Bruno  al giovane cacciatore Atteone, che avendo spiato Diana (dea della caccia) nuda, viene per punizione trasformato in cervo, divenendo da predatore preda. Quindi l'uomo che si lascia prendere dall'"eroico furore", cioè dall'ardente desiderio della conoscenza, e si sottrae ai desideri bassi e volgari, alla fine diviene egli stesso oggetto, ossia natura. 
Bruno dunque celebra la natura come il vertice della conoscenza e dell'amore umano, ma anche come impulso vitale.

Tommaso Campanella



Campanella e l'esaltazione della scienza e della tecnica
Tommaso Campanella (nato a Stilo, in Calabria, nel 1568 e morto a Parigi nel 1639), fu frate domenicano che, accusato di eresia per l'adesione al naturalismo e al sensismo, fu processato dall'Inquisizione (organo istituito dalla Chiesa cattolica per indagare e punire coloro che erano sospettati di "contraddire" l'ortodossia) e trascorse in carcere molti anni.
L'aspetto su cui si centra di più è la rivalutazione culturale e pedagogica della natura, tipica dunque dell'età umanistica-rinascimentale.
Egli reinterpreta la fisica di Telesio alla luce di suggestioni tratte dalla magia e dalla metafisica, che lo portano a sostenere l'universale animazione di tutte le cose del mondo. Queste, al pari degli animali e degli uomini, sono dotate di sensibilità. L'esperienza sensibile è per il filosofo calabrese il fulcro dell'attività conoscitiva: a differenza della ragione, infatti, i sensi non hanno bisogno di prove e garantiscono una conoscenza certa.
Il fondamento ultimo di una natura intesa come totalità organica è Dio, che crea e governa il mondo attraverso i tre principi fondamentali dell'essere:
  • la potenza, che rende ogni cosa necessariamente come dev'essere
  • la sapienza, da cui deriva l'armonia che regge il mondo
  • l'amore, che indirizza ogni cosa verso il suo fine supremo
L'opera più nota di Campanella è La città del sole, un testo appartenente al genero letterario dell'utopia (dal greco ou, "non; e topos, "luogo", per indicare un luogo che non c'è, ideale). In questo testo, Campanella propone un modello ideale di società, che egli, tra l'altro, si illuse di poter realizzare concretamente: a tal fine ordì in Calabria una congiura contro gli Spagnoli che occupavano il regno di Napoli (di cui la Calabria faceva parte). L'opera si svolge come un dialogo tra un nobile e un navigatore genovese: quest'ultimo racconta la storia di una città che ha potuto visitare in un'isola equatoriale, città in cui la famiglia è abolita, la proprietà privata e la schiavitù aborrite, il lavoro considerato un grande valore. In Tale società il potere è affidato a un sommo sacerdote, Sol, e a tre ministri, PonSir e Mor, personificazioni rispettivamente della potenza, della sapienza e dell'amore, a cui spetta il controllo dell'attività bellica (Pon), delle scienze e delle arti (Sir), della salute e della riproduzione (Mor).
Egli infine riserva una grande attenzione alla formazione dei ragazzi, sottolineando non solo la necessità di un'istruzione basata sull'osservazione diretta delle cose, ma anche il bisogno di sradicare dal mondo l'ignoranza, fonte di tutti i mali.

Blade Runner



Los Angeles, anno 2019: negli ultimi decenni la tecnologia ha consentito di realizzare esseri simili in tutto per tutto agli umani, i replicanti, caratterizzati da forza fisica e capacità intellettuali superiori rispetto agli uomini, destinati a essere usati come schiavi e contraddistinti da una data di morte, di soli 4 anni.

Rick Deckard, un ex poliziotto del L.A.P.D. (Los Angeles Police Department) viene chiamato in servizio quando un gruppo di questi sofisticati androidi assassini fuggono dalle colonie Extra-Mondo e tornano clandestinamente sulla Terra. Quello che essi cercano è il loro costruttore, colpevole di averli dotati di un aspetto umano e capacità fisiche superiori, ma di una vita molto breve. La caccia di Deckard sarà violenta e serrata, resa più complessa dalla presenza di Rachael, una replicante, femminile quanto e forse più di una donna autentica. Non senza fatica e sofferenza, i Nexus 6 saranno sconfitti uno dopo l'altro fino allo scontro finale tra il poliziotto e l'elemento alfa del gruppo, l'angelico demone Roy Batty.

Un'androide pronuncia la frase "Penso quindi sono" (cogito ergo sum) di Cartesio.

Fichte

Fichte sostiene che l' Io è un processo creativo e infinito e si divide in  3 tipi =       1. Io puro       - si rivela come attivit...